Roma – “Concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza S.Cosimato”
progettisti: Martina Zappettini - Francesco Campidonico -
collaboratori: Emiliano Bugatti - Roberto Canessa - Giovanni Merialdo - Claudia Pompei
Criteri guida delle scelte progettuali
Attualmente lo spazio non si configura con una identità formale e con una correlazione forma-funzioni precise, bensì risulta come ampio ritaglio tra gli isolati, che vive sulle funzioni indipendenti e impiantate recentemente: il mercato rionale, l’area giochi per bambini, le attività commerciali, l’Ospedale. Delle uniche memorie rimaste dei “prati di S.Cosimato”, il grosso platano in asse con via N.Del Grande, il protiro e la Chiesa di S.Cosimato, mentre il primo è ancora un importante fulcro visivo, data la posizione centrale, gli ultimi rimangono involucri svuotati del peso originario, in quanto non più fruibili direttamente dalla piazza.
Nella città finita e degradata che caratterizza gli insediamenti storico sub-urbani della cosiddetta “città consolidata” , la rappresentatività e la riconoscibilità dello spazio urbano dovrebbe trovare, per esempio, maggiori articolazioni dei servizi e delle attrezzature collettive rispetto al passato. Si tratta d’individuare e sperimentare diversi livelli di costruzione dei servizi, prevedere strutture non più concepibili come chiuse e monofunzionali, e cogliere le potenzialità di possibili iterazioni di poli catalizzatori che non costituiscano a tutti costi eventi eccezionali per il tessuto urbano. L’abitudine ad una nuova scala dimensionale, richiede oggi spazi maggiori, più “aperti” appunto, se è la stessa funzione dell’ambiente che lo richiede è anche la percezione umana ad averne bisogno. Si propone quindi una ricucitura del tessuto urbano e costruzione dello spazio pubblico secondo un’idea di città non rigidamente contestuale, ma comunque catalizzatrice di ordini, misure e metodi costruttivi tradizionali.
Se si confronta a livello dimensionale e compositivo lo spazio in oggetto con le piazze vicine all’interno del quartiere, risulta evidente come la sua origine non abbia carattere urbano ma un’area piantumata tra orti e vigneti; in considerazione di ciò il progetto non mira ad unificare forzatamente lo spazio in unico disegno, ma se mai ad accentuarne il policentrismo dentro una trama di interrelazioni materiali e visive, in cui sono proprio le funzioni a suggerire la valenza formale di ciascun ambito: così a S.Cosimato avremo “la piazza Triangolare”, “la piazza del Mercato”, il sagrato di S.Cosimato”, inseriti in un tessuto alberato dove prevalgono permeabilità visiva e andamenti minimi a commento nella natura topologica dell’area (piano inclinato), continuità degli attraversamenti anche tramite il disegno delle pavimentazioni. Non ci sono appunto dislivelli di rilievo tra le parti fatta eccezione per il Sagrato quadrato, la cui quota diventa quella esistente del protiro di S.Cosimato.
All’interno di aree formalmente e funzionalmente definite da nature differenti, risulta riconoscibile, attraverso particolari trattamenti del suolo, un senso di appartenenza allo stesso scenario collettivo: un sistema funzionalmente separato ma internamente omogeneo.Avendo come riferimento le indicazioni del P.R.G. circa la viabilità e i posti auto, mentre via Roma Libera rafforza il suo carattere di asse urbano-commerciale, nell’area via L.Manara - via S.Cosimato- via N.Del Grande, interamente pedonale, si concentrano maggiormente le valenze collettive. L’intervento proposto su via Roma Libera si limita a scandire il percorso con un nuovo filare di platani piantumati su di una pedana, finalizzata ad alloggiare gli arredi delle attività di ristoro pertinenti e ad avere una migliore visibilità dell’intero spazio. Detto rialzo, scorre su di una pavimentazione ri-composta dai tozzetti di arenaria esistenti e nuovi, incorniciati da corsi in travertino, che ritmano gli elementi compositivi dell’intero spazio.
Nell’area a prevalenza pedonale si è ricreata una zona pertinenziale all’edificio di testata parallelo a via Manara e all’isolato compreso tra questa e via N.Del Grande, il cui peso commerciale-ricreativo è di forte rilievo nel quartiere trasteverino: prolungando graficamente i due lati obliqui dell’edificio di testata e quindi gli assi di via S.Cosimato e di via G.Venezian, si ritrova il triangolo della Piazza S.Cosimato come dalla pianta risalente alla fine del XVII secolo. Se questa aveva qualche secolo fa caratteristiche di spazio pressochè rurale, attualmente diventa invece un punto di estrema vitalità per il quartiere:
“la piazza Triangolare” diventa così elemento ordinatore del disegno dello spazio complessivo. La piazza triangolare, quale prolungamento delle pertinenze delle attività commerciali e della stessa porzione ovest di Trastevere, rafforza le tensioni tramite la materializzazione costruttivo-architettonica del suo vertice: un corpo che ospita un bar e servizi igienici diventa anche elemento costitutivo nodale della “piazza del Mercato”, che si apre a corte attorno al ‘grande platano’ e all’asse via N.Del Grande-via L.Santini. Le due piazze insieme costituiscono il momento collettivo dello spazio in oggetto, sia durante il giorno, quando è il Mercato ad accentrare i flussi vitali, mentre la piazza triangolare assolve alla funzione ricreativa, di sosta , di giochi , di ritrovo, sia di notte, quando la piazza Triangolare, area di maggior illuminazione, entra a far parte dei flussi vitali delle attività di ristoro esistenti e di quelle di progetto: il bar, i due chioschi dei fiori.
La tensione di questi due momenti si allenta in una trama verde percorribile di prati e alberi (gelsi), che dal lato nord, definito da una vasca d’acqua parallelo a via L.Manara, scorre, attraverso il Mercato, verso sud, per concludersi in uno spazio a prato e terra battuta, la nuova area giochi – bambini, quale tappeto al nuovo polo di testa dell’intera area : “il Sagrato” della Chiesa di S.Cosimato.